• 29/06/2023
  • Soluzioni SAS
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Questione di… condotta

È solo colpa del datore di lavoro quando si verifica un infortunio? Non sempre. Ogni caso va analizzato con cura perché non è da sottovalutare il fatto che l’incidente possa dipendere anche dalla condotta del lavoratore.

In linea generale, il datore di lavoro è ritenuto responsabile quando omette di adottare le necessarie misure protettive e preventive per il tipo di mansioni richieste, o addirittura le viola. Va infatti ricordato che egli è obbligato per legge a elaborare il Documento di valutazione dei rischi, ad applicarne i contenuti e, se necessario, ad aggiornarli.

Ciò premesso, quale ruolo può avere il lavoratore al punto da ravvisare il concorso di colpa? Lo spieghiamo in questo articolo.

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Quando si compiono certe azioni deliberatamente

Come riportato nell’art. 2104 del Codice Civile, il lavoratore deve osservare le disposizioni impartite dalle persone da cui dipende. Ne va della sua salute, ma anche di quella altrui.

Eppure può bastare un’imprudenza, un’imperizia o una negligenza, effettuate in maniera arbitraria, senza soppesare le reali conseguenze del gesto, perché possa verificarsi l’imprevedibile.

Tale condotta, volontaria e svincolata da cause di forza maggiore, è alla base del cosiddetto rischio elettivo. Nel caso in cui la condotta del lavoratore sia abnorme, cioè esorbiti persino dalle mansioni che gli sono state affidate, si parla di rischio eccentrico. Esempi di queste pratiche sono il fatto di introdurre una mano in un macchinario per sbloccarlo, l’uscire da una porta di emergenza nonostante il divieto, il non indossare le protezioni previste.

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Provare per dimostrare

Un infortunio può essere ricondotto alla responsabilità del lavoratore se il datore di lavoro dimostra di:

  • aver adottato tutte le cautele del caso, comprese le regole di prudenza più elementari, e di aver vigilato;
  • aver adeguatamente formato e informato il suo dipendente;
  • non aver impartito l’ordine da cui è scaturito l’incidente.

Lo stesso dicasi per l’eventuale committente che ha commissionato un’opera e che è tenuto a redigere uno specifico piano di sicurezza.

Dal canto suo, il lavoratore ha l’onere di provare:

  • il fatto che ha costituito l’inadempimento;
  • la sussistenza del danno;
  • il nesso causale tra questi due elementi.

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Il risarcimento danni

Ogni lavoratore subordinato deve essere assicurato contro gli infortuni sul lavoro. È un obbligo che spetta al datore onorare, aprendo una specifica posizione presso l’Inail. L’ente interviene a tutela del lavoratore che ha subito un infortunio mediante l’erogazione di prestazioni economiche, sanitarie e integrative.

“Nei casi dove è evidente la responsabilità del datore di lavoro o di terzi è possibile richiedere il danno differenziale – commenta Carlo Quipotti, titolare dell’agenzia infortunistica Soluzioni ad Altavilla Vicentina –. Più complesso è definire se ed entro quali limiti vi sia stato un concorso di colpa del lavoratore. Per questo, invitiamo sempre a rivolgersi a esperti di infortunistica per un’attenta valutazione della propria situazione. In vent’anni di attività, abbiamo visto capovolgersi vicende dal finale che sembrava già scritto”.

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