- Il riflesso del sole può essere fonte di disagio (e di incidenti) alla guida
- Il Codice della Strada chiarisce come comportarsi
- L’abbagliamento del sole non rappresenta un caso fortuito
- La responsabilità è in capo al conducente
Guidare con il sole contro
Le belle giornate di sole mettono sempre il buon umore. Per chi è alla guida, forse, un po’ meno. I raggi solari, infatti, possono costituire una vera e propria insidia. Il riflesso sul parabrezza, soprattutto in determinate fasce orarie, può essere fonte di spiacevoli incidenti, specie ai danni dei pedoni. È una causa tutt’altro che infrequente e le sentenze su situazioni di questo tipo ormai non si contano più. La domanda che molti si pongono riguarda la responsabilità: a chi deve essere imputata? In questo articolo, vedremo cosa dicono il Codice della Strada e la giurisprudenza in merito all’abbagliamento del sole quando si è in auto.
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Cosa fare se il sole ostacola la visuale
Il Codice della Strada, all’articolo 141, esordisce in maniera chiara:
- il conducente è obbligato a regolare la velocità del veicolo in base alle caratteristiche e alle condizioni della strada e del traffico, nonché ad ogni altra circostanza di qualsiasi natura, per evitare pericoli per la sicurezza delle persone e delle cose;
- lo stesso deve sempre conservare il controllo del veicolo ed essere in grado di compiere tutte le manovre necessarie in condizione di sicurezza, come l’arresto tempestivo del veicolo entro i limiti del suo campo di visibilità e davanti a qualsiasi ostacolo prevedibile.
Quando si parla di visibilità si è forse più portati a pensare alla nebbia, alla neve o al buio. Eppure, non va dimenticata anche la situazione opposta: la presenza di una luce forte che potrebbe creare un abbaglio.
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Non sussiste il caso fortuito
Ciò premesso, in caso di incidente stradale, il sole forte non può rappresentare la ragione per ipotizzare un caso fortuito, ossia un evento imprevedibile e inevitabile.
Se le condizioni luminose sono eccessive, il conducente è tenuto a ridurre la velocità o, addirittura, a fermarsi. Nel fare ciò, deve adottare tutte le cautele del caso per non creare intralcio alla circolazione o altri pericoli (per esempio, inchiodando l’auto all’improvviso). La guida può essere ripresa solo quando le condizioni sono migliorate e la sede stradale è visibile pienamente.
Insomma, l’accecamento provocato dalla luce solare non esonera il conducente dalla responsabilità che deve sempre avere quando è alla guida. Anche se viene rispettato il limite di velocità vigente nell’arteria che si sta percorrendo, è necessario ridurre ulteriormente l’andatura e raddoppiare l’attenzione.
Indossare gli occhiali da sole può essere un accorgimento utile, ma se la visibilità non migliora di molto, allora conviene interrompere la marcia e sostare per alcuni minuti nella prima area utile.
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Il ruolo del conducente
Molte persone, negli anni, hanno fatto ricorso alla giustizia per vedersi tutelati a seguito di un’incidente dovuto al sole contro, che avrebbe impedito loro di vedere l’ostacolo e di frenare per tempo.
In realtà, le sentenze hanno sottolineato come l’abbagliamento del sole sia un fenomeno atmosferico naturale e prevedibile e, quindi, del tutto irrilevante per configurare una colpa. Anche se è lo stesso conducente ad aver riportato danni e indipendentemente dal fatto che un pedone abbia attraversato la strada fuori dalle strisce pedonali.
Il caso fortuito – con o senza il sole – è ravvisabile, per esempio, se un’auto sbanda e invade la corsia opposta o, ancora, se un passante sbuca all’improvviso, incurante della presenza di un’auto a pochi metri.
“In linea di massima, dunque, il conducente è sempre il responsabile dell’incidente stradale causato dal riflesso del sole. Certo, ogni caso è a sé e va studiata attentamente la dinamica per comprendere se vi siano elementi che possano prevedere anche altre responsabilità”, chiosa Carlo Quipotti dell’infortunistica Soluzioni.
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